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Mancano infatti, nella maggior parte dei casi, la ricognizione degli adempimenti di pubblicazione intervenuti, un effettivo coinvolgimento degli stakeholder, una descrizione organizzativa volta a definirne il processo. Lasciando perdere lo stato della comunicazione interna e il grado di coinvolgimento dei dipendenti....
Con il Regolamento per l'esercizio del potere sanzionatorio, l'ANAC, grazie alle nuove competenze riconosciutele con il D.L. 90/2014 (come convertito nella legge n. 114/2014), ha disciplinato il procedimento diretto a sanzionare quei soggetti che hanno omesso di adottare il Piano Anticorruzione, il Programma Triennale per la Trasparenza o il Codice di Comportamento per i dipendenti.
Evidentemente consapevole che più che nella mancata adozione dell'atto, la criticità stia nei suoi contenuti, spesso scarsamente utili a raggiungere lo scopo sistemico voluto dalla nuova normativa, l'Autorità definisce il concetto di "omessa adozione" parificandone le ipotesi che definirei di "inutile adozione".
"Equivale ad omessa adozione", dice il Regolamento:a) l'approvazione di un provvedimento puramente ricognitivo di misure, in materia di anticorruzione, in materia di pubblicità ovvero in materia di Codice di comportamento;
b) l'approvazione di un provvedimento il cui contenuto riproduca in modo integrale analoghi provvedimenti adottati da altre amministrazioni, privo di misure specifiche introdotte in relazione alle esigenze dell'Amministrazione interessata;
c) l’approvazione di un provvedimento privo di misure per la prevenzione del rischio nei settori più esposti, privo di misure concrete di attuazione degli obblighi di pubblicazione di cui alla disciplina vigente, meramenteriproduttivo del Codice di comportamento emanato con D.P.R. 16 aprile 2013 n. 62.
Credo che la novità vera di questo Regolamento stia proprio nella sua dichiarata volontà di superare la logica dell'adempimento, così cara ai nostri burocrati.
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