Realizzare questa presentazione è stata l'occasione per riflettere sul fatto che, quando si discute di necessità di cambiamento nella Pubblica Amministrazione ( e oggi lo si fa anche troppo!), si dovrebbe partire dal ribaltare modalità e contenuti formativi dedicati ai pubblici dipendenti.
Perchè, per come la penso io, non basta ragionare di norme, adempimenti, "nuove tecnologie" o quant'altro: credo che solo approcciando gli argomenti formativi da una prospettiva etica e "valoriale" si possa sperare in qualche risultato di cambiamento.
Perchè, ai dipendenti pubblici, non mancano le nozioni giuridiche. Nè credo che la formazione nozionistica possa portare oltre al (banale) adempimento dell'obbligo di legge: se le regole generano comportamenti (alle regole ci si adegua), l'etica genera atteggiamenti (convincimenti individuali o di gruppo); e se ai dipendenti viene insegnato-comunicato-richiesto il mero rispetto delle regole, dai loro comportamenti non potranno scaturire atteggiamenti eticamente desiderabili (difficile che accada, ad esempio, che qualcuno segnali violazioni di integrità da parte dei propri colleghi...).
Lo spazio etico non è esigibile per legge e, per questo, ogni modifica forte del contesto legislativo-normativo andrebbe accompagnata da una revisione del modello culturale e di contesto organizzativo, rimodulando l'approccio mentale e fornendo al pubblico dipendente una nuova visione del senso di appartenenza.
Se vogliamo che qualcosa si.... smuova :-)
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